Nella scuola giapponese il bidello non esiste.
Il metodo scolastico in questione infatti basa il suo metodo sulla autoresponsabilizzazione, i bambini e gli scolari sin dalle scuole più basse, al termine delle lezione hanno come obiettivo ripulire e mettere a posto l’aula ed i banchi dove hanno studiato. L’obiettivo di tale attività è quello di creare un modello nella testa dell’ alunno di realtà civica che fissa appunto cosa è il bene comune. Il banco e l’aula sono un bene pubblico che non è tuo. Per tale motivo altre persone potranno usarlo e lo dovranno ritrovare come nuovo. Attenzione a non confondere, non c’è un imposizione come molti errano, ma un metodo che al contrario crea una forma morbida di autodisciplina e nel futuro creerà le basi per un “uomo” civico, responsabile, di tali cose anche oltre la scuola. La scuola giapponese quindi radica la sua forza sulla autoresponsabilita scoprendola come uno dei metodi più validi e più efficaci che vanta nella popolazione giapponese una delle piu civiche e civili del mondo. Lo ritroveremo nella gestione delle strade, degli enti, dei templi, fino alle vending machine integre lungo le strade giapponesi cartina tornasole di un senso civico veramente a modello. [...]
Il giappone è un paese che ha copiato le nazioni che hanno fatto meglio sempre (urbanistica dall’Inghilterra, la gestione rifiuti dai paesi scandivavi, gestione organizzativa dagli usa, etc.)ma il metodo scolastico da dove lo ha copiato?? Da una signora italiana che si chiamava Maria Montessori che dava come fulcro del suo metodo scolastico quello della autogestione e della auto-responsabilizzazione della persona. Minimizzata durante la dittatura italiana poco valorizzata negli anni seguenti… questa grande personalità ha decretato uno dei modelli scolastici più premiati nel mondo.
Forse avremmo bisogno di copiare noi il metodo organizzativo per l’Italia, tanto il metodo didattico ottimale ce l’abbiamo… anche se facciamo finta di non saperlo!
Fonte web: youkosoitalia.net