In una vecchia intervista, rilasciata dal Maestro Saito, abbiamo trovato un interessantissimo passaggio, circa il notevole problema generato dal fraintendimento dei termini "morbido" e "duro", usati nel Budo, a proposito del modo di allenarsi.
È un problema annoso, di cui in effetti sembra davvero difficile sbarazzarsi, perchè fondamentalmente risulta spesso un'ottima scusa per giustificare mancanza di volontà e pigrizia, o all'opposto, aggressività senza controllo.
Rincuora scoprire dalle parole del M. Saito, che il problema era già tale ai tempi di O Sensei.
Traduciamo liberamente dall'inglese il passaggio, tratto dall'intervista, che abbiamo trovato su una vecchissima copia di Aikido Journal...
<< O-Sensei usava sempre dire: "Sono ciò che sono perché mi sono allenato duramente per sessant'anni. Tu cosa pensi di poter fare?" Spesso diceva questo.
Ma ci sono molte persone che non capiscono il significato di "duro" e "morbido".
"Duro" significa fare la tecnica con decisione, ma con un movimento morbido.
Però la gente tende ad allenarsi muovendosi in modo non fluido.
E quando fanno un allenamento morbido, lo fanno in un modo senza vita.
I movimenti morbidi dovrebbero essere riempiti con il più forte "Ki". >>
Per chi lo preferisse, di seguito il testo originale...