Un nostro giovane e promettente studente quattordicenne, invitato a scuola a scrivere un tema sulla sua attività sportiva preferita, ha scelto di dedicarlo all'Aikido.
C'è sempre qualcosa di autentico e genuino nel modo di osservare le cose dei giovani...
Lo riportiamo perciò di seguito integralmente, in tutta la sua spontanea bellezza.
Bravissimo Mattia e continua così!
Tema
“Parla dello sport che pratichi o che segui maggiormente come spettatore”
A me piace molto praticare sport, amo andare in bici e seguo un corso di mountain bike, ma l’attività che preferisco è sicuramente l’aikido che pratico da 7 anni in un dojo a Torino.
È un’arte marziale il cui nome significa unione (ai), energia vitale (ki) e via (do), quindi aikido significa disciplina che porta all’unione e all’armonia tra l’energia vitale e lo spirito.
Il fondatore dell'Aikido fu il giapponese Morihei Ueshiba, uno dei più grandi maestri di arti marziali del XX secolo e i praticanti lo definiscono O’Sensei (Grande Maestro).
Nasce dalla fusione delle varie esperienze marziali del maestro Ueshiba: egli infatti padroneggiava il judo, il ju jitsu e il daito-ryu aiki-jujutsu, ma la differenza con queste arti marziali è che l’Aikido è un’arte esclusivamente di difesa.
Le lezioni sono condotte dal maestro responsabile del dojo, il mio maestro si chiama Ajad ed è una persona molto carismatica. Prima di iniziare a praticare si fa il saluto tra i praticanti e il maestro e poi si rende omaggio all’immagine di O’Sensei, segue un po' di riscaldamento per sciogliere e irrobustire il corpo, riservando particolare attenzione ai polsi e alle braccia, per prepararsi ad eseguire le tecniche che si basano su leve articolari ed immobilizzazioni molto forti, infine prima di lasciare il tatami ci si saluta nuovamente.
Oltre alle tecniche a mani libere, si usano alcune armi: la katana, il jo (un bastone dalla punta arrotondata) e il tanto (un coltello), tutti in legno per evitare di farsi troppo male!
Nell’aikido non esistono i colori delle cinture come nelle altre arti marziali, per i bambini vengono usati perché così capiscono i progressi fatti. Per differenziare i livelli in realtà si usa il termine kyu, partono dal decimo fino ad arrivare al primo, successivamente ci sono i dan e la cintura passa da bianca a nera.
Ho iniziato a praticare aikido dietro consiglio di mia mamma, l’ho sempre trovato molto divertente, anche perché ero in un gruppo dove c’erano molti bambini e oltre alla pratica la maestra ci faceva spesso giocare e infatti uno degli obiettivi dell’aikido è farti stare bene.
Un’altra cosa che mi piaceva è che nell’aikido non esistono competizioni, ma solo un esame a fine anno, io non amo competere, mentre nel jujutsu, attività che praticavo prima, c’erano spesso delle gare e io le pativo molto.
Da quest’anno sono entrato nel gruppo degli adulti, sono contento perché le tecniche vengono fatte più seriamente e con maggiore impegno e ogni volta imparo cose nuove, inoltre nel gruppo c’è anche mio papà ed è bello fare qualcosa insieme a lui.
Durante il lock down il maestro organizzava delle lezioni online e, anche se non si poteva praticare insieme e fare tutte le tecniche, è stato un modo per fare attività fisica e sentirsi meno soli.
L’aikido è un’attività completa, si ottengono benefici sia fisici, sia mentali, si impara a utilizzare l’energia dell’avversario, invece che subirla ed insegna ad affrontare i problemi di tutti i giorni senza fuggire, perché ti aiuta a trovare la calma necessaria per capire come superarli.
Dopo la lezione mi sento sempre rigenerato e rilassato, consiglio a tutti di praticare l’aikido perché è un’attività che ti aiuta molto dal punto di vista psicologico, fisico e anche nella vita di tutti i giorni.